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ANTONIO ALBANESE

Per sempre Cetto

di Benedetta Mariani

Numero 204 - Novembre 2019

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La satira pungente torna al cinema nel volto dell’amatissimo Cetto La Qualunque che stavolta, però, ha cambiato vita


Non c’è due senza tre, infatti a distanza di sette anni dall’ultimo film Cetto la Qualunque è tornato! Il prossimo 21 novembre sarà disponibile in tutte le sale italiane il nuovo film di Antonio Albanese “Cetto c’è, senzadubbiamente”. Già il titolo è tutto un programma, ma come ci racconta Albanese in quest’intervista ci saranno tante novità per il politico più amato del cinema italiano. Per l’attore lombardo è questo il ventunesimo film in curriculum, senza considerare i numerosi progetti cui ha preso parte durante tutta la sua carriera. Un artista poliedrico che è passato dalla tv, al cinema, al teatro senza mai perdere la propria identità, ed è proprio questo il segreto per restare sulla cresta dell’onda da più di trent’anni.

Tra non molto ritornerai in sala col film “Cetto c’è, senzadubbiamente”, cosa c’è da aspettarsi dal nuovo capitolo di questa commedia?

“Questo terzo film nei panni di Cetto La Qualunque è ambientato 10 anni dopo la sua elezione a sindaco di Marina di Sopra; in particolare, di Cetto si erano perse le tracce infatti vive in Germania e oggi per i tedeschi è un irresistibile e pittoresco imprenditore di successo, che considera la Germania una terra di conquiste e la mafia un marchio di qualità. -taglio-Ha aperto una catena di ristoranti e pizzerie, ha una bella compagna tedesca e due suoceri neonazisti che lo guardano con la simpatia riservata ai migranti. Il richiamo della sua terra però resta forte e la notizia dell’aggravarsi delle condizioni dell’amata zia che lo ha cresciuto, lo induce a tornare sul luogo del delitto e del diletto. In Italia la zia gli rivelerà qualcosa sul suo passato, e sui suoi natali, che cambieranno per sempre il corso della sua vita. Cetto quindi torna al comando e... poi non vado oltre perché vi lascio solo immaginare quello che può accadere.”

Come mai hai deciso di riportare questo personaggio sul grande schermo?

“Era già da un po’ che avevo qualche idea, poi la situazione politica del nostro Paese mi ha regalato tanto materiale su cui lavorare e quindi è nato il film! Scherzi a parte, penso che un personaggio come Cetto la Qualunque non passi mai di moda, poiché riflette la nostra società. La gente sa perfettamente che molte delle situazioni tragi-comiche e paradossali del film si avvicinano molto alla realtà, e si rende conto di quanto sia assurda tutta la situazione che viviamo oggigiorno. Nonostante la criticità, però, una risata fa sempre bene, è questo il motivo per cui amo questo personaggio, perché è in grado di strappare una risata praticamente a chiunque.”

In un’intervista di qualche mese fa, hai fatto un’analisi molto critica circa la situazione del cinema italiano attuale, in che modo si potrebbe migliorare?

“È necessario fare una premessa; il problema è la considerazione che si ha attualmente del cinema. Una volta il cinema era sinonimo di magia, bellezza, arte... ora si hanno come priorità le quantità: il pubblico vuole i supereroi? Allora si fanno film sui supereroi! Di conseguenza, diventa difficile riuscire a realizzare qualcosa di interessante. Mi rendo conto che il cinema è come un’industria quindi anche l’aspetto del guadagno è assolutamente importante, ma una possibile soluzione potrebbe essere quella di indirizzare il pubblico verso qualcosa di meno banale e scontato. Con questo non voglio dire che bisogna produrre solo film ‘aristocratici’, anzi... bisogna cambiare l’approccio che si ha al film stesso. Anche la pellicola di Cetto, un prodotto oggettivamente pop, non deve essere identificata meramente come film comico, bensì come film satirico che è ben diverso... capisci che intendo?!”

Sorge spontaneo chiederti: cosa ne pensi di tutte le piattaforme streaming?

“Penso che bisogna conviverci, ma il cinema è un’altra cosa. Criticare Netflix e affini non ha senso, anche perché hanno reso fruibili a tutti tantissimi contenuti, che non sempre è un male, però bisogna distinguere il guardare un film in tv piuttosto che andare al cinema.”

La tua è una carriera trentennale, c’è qualcosa che avresti voluto fare diversamente?

“No, ho amato, amo ed amerò per sempre questo lavoro. Fin dall’inizio la mia è stata una vera e propria vocazione; ho sempre avvertito il bisogno di raccontare alle persone la realtà strappando loro una risata e spero di esserci riuscito.”

Hai mai pensato di lasciare l’Italia?

“Assolutamente no! Io amo questo Paese e fino a quando ne avrò la possibilità farò di tutto per dare il mio contributo al miglioramento. È pur vero che negli ultimi anni stiamo avendo numerose difficoltà, dovute principalmente a scelte politiche, però non bisogna arrendersi e nemmeno subire passivamente: abbiamo una voce ed è un nostro dovere e diritto farla sentire!”

Prima si parlava di piattaforme streaming; con i social network, invece, come siamo messi?

“Male! Non ho nessun profilo facebook, twitter, etc etc... non ho bisogno di condividere quello che penso pubblicando post su post ogni mezz’ora. Il mio mezzo di comunicazione è la mia arte. Inoltre, non mi appassiona proprio, cioè li trovo noiosi e confusionari: persone che scrivono scrivono scrivono, io amo il silenzio, forse è questo il motivo del mio rifiuto mentale verso i social!”

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“Non ho bisogno di condividere quello che penso pubblicando post su post ogni mezz’ora. Il mio mezzo di comunicazione è la mia arte”

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