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ANTONIO ALBANESE

“Presente!”

di Gaetano Magliano

Numero 250 - Maggio 2024

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Un film che riesce a porre l’accento su argomenti ormai dimenticati dalla nostra società e dalla nostra politica, anche stavolta ritroviamo questo incredibile attore recitare in un film ricco di spunti di riflessione


“Un mondo a parte” questo il titolo dell’ultimo film di Riccardo Milani che vede come protagonisti due degli attori più amati dagli italiani: Antonio Albanese e Virginia Raffaele.-taglio- Entrambi interpretano due insegnanti di una piccolissima scuola situata in un borgo abruzzese, che rischia di chiudere a causa del ridotto cambio generazionale. È questo un tema raramente affrontato, e grazie ad un’incredibile interpretazione, Antonio Albanese è riuscito a rendere il suo personaggio, il maestro Michele, decisamente veritiero e fedele a quella che è la realtà dei fatti. Certamente non mancano i momenti divertenti, nei quali Albanese sembra praticamente esserci nato, ma è interessante vedere come anche attraverso la risata questo interprete riesca sempre a far riflettere. Noi di Albatros l’abbiamo incontrato per farci raccontare questo debutto da “insegnante”. Partiamo subito da “Un mondo a parte” film che la vede protagonista insieme ad una bravissima Virginia Raffaele. Lei racconta di aver subito accettato la proposta di Milani, cosa l’ha colpita di questo progetto? “La realtà di quello che si racconta. Tutta la mia carriera è stata dedicata a personaggi e film che rispecchiassero la nostra società e la trama di ‘Un mondo a parte’ pone luce su un argomento trattato pochissimo e considerato ancor di meno. Spesso poniamo l’accento sulla fuga dei cervelli che da anni vive il nostro Paese o comunque alla migrazione delle persone verso il nord, ma spesso il vero coraggio ce l’hanno quelli che restano. Al diritto a migrare corrisponde il diritto a restare, edificando un altro senso dei luoghi e di sé stessi. Restanza significa sentirsi ancorati e insieme spaesati in un luogo da proteggere e nel contempo da rigenerare radicalmente.” Lei interpreta Michele Cortese, un insegnante che da Roma si trasferisce in un piccolo borgo abruzzese dove c’è una scuola destinata alla chiusura per carenza di alunni. Com’è stato interpretare questo personaggio e quali sono i tratti, se ci sono, che l’accomunano al maestro Michele? “Sono stati dei mesi bellissimi, lavorare con i bambini del posto ed essere accolti in maniera meravigliosa da tutti gli abitanti del borgo è stato un plus non indifferente per la riuscita del film. Siamo praticamente diventati ‘di famiglia’, abbiamo ascoltato le loro storie e imparato i loro nomi, sono certo che se passassi di lì per caso in qualsiasi momento organizzerebbero subito una cena! Per quanto riguarda il personaggio di Michele, mi è piaciuto molto essere un insegnante: il mantra che impara a ripetere dopo un iniziale spaesamento è che ‘la montagna lo fa’… ed è proprio così la montagna insegna, unisce, protegge e nel suo isolare le persone, spesso anche costrette a precorrere cento chilometri al giorno per lavorare, come la maestra precaria presente all'interno del film, crea famiglia. Non lascia indietro nessuno, come i lupi che fanno branco. È questo quello cui gli abitanti non voglio rinunciare. Ormai ci siamo abituati a perdere un pezzo dopo un altro, abituarsi al peggio è la cosa più brutta che possa fare un essere umano e lo facciamo troppo spesso. In Michele ho portato il mio essere padre, e spero gli spettatori abbiano notato la verità del legame creato con ‘gli alunni’.” Lei ha dichiarato più volte che grazie a questo film ha avuto la possibilità di vedere il mondo dell’insegnamento da una prospettiva del tutto nuova e inaspettata… “Esatto, e ho trovato risposta a parecchie domande che mi sono posto nel corso del tempo passando da alunno a genitore di un alunno. Ci vogliono delle gocce, ci vuole un buon analista – ride ndr. - la figura del professore in questi anni è stata abbandonata, questi poveri professori e maestri, veramente, lavorano con un amore impetuoso, faticando. Questo film è anche questo, vuole richiamare l’attenzione su questo degrado, su questo abbandono della scuola.” Lei che alunno è stato? “Contrariamente a quello che si può immaginare, da bambino ero veramente un fesso! Un tranquillo, uno che si faceva la sua storia senza dare fastidio a nessuno; uno di quelli che non ti accorgevi ci fosse oppure no. Ero studioso ma non troppo, il classico esempio ‘di quello che non si applica abbastanza, ma potrebbe fare molto di più’. Poi alle scuole superiori mi sono dato una svegliata, diventando il pagliaccio della situazione!” Ritornando al film, anche stavolta l’accoppiata con Virginia Raffaele è stata vincente, com’è stato tornare insieme sul set? “Con Virginia ormai siamo collaudati, non abbiamo bisogno di troppe prove, anche in un momento di improvvisazione sappiamo gestirla entrambi in maniera tranquilla. Lei è una delle poche colleghe che posso definire anche amiche, so che se faccio una cagata me lo dice e viceversa senza offendersi o sentire di essere giudicati. È stato bello vedere il suo senso materno uscire fuori interpretando la vice preside di questa scuola. La trovo una professionista straordinaria e poi insieme ci facciamo sempre una marea di risate!” Dopo l’estate inizierà il tour in teatro con lo spettacolo “Personaggi” nel quale riporterà sul palco i suoi, appunto, personaggi più celebri… “Sì, non vedo l’ora poiché io sono proprio affezionato a tutti i miei personaggi. Infatti, sono contento che Michele Serra, Piero Guerrera, e Giampiero Solari – autori e quest’ultimo regista dello spettacolo ndr. – abbiamo subito accettato l’idea di portare in giro il mio ‘best off’. So che la gente ama molti dei miei personaggi e questa cosa mi rende orgoglioso e mi ricorda sempre che tutto sommato non ho fatto così schifo! – ride ndr. Scherzi a parte, non vedo l’ora di partire per questa tournée anche perché io sono uno cui piace stare in giro, cambiare città e incontrare persone. Una routine troppo routine mi annoia!”

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