Uno dei più grandi artisti del mondo, nato nei sotterranei di un ospedale, sotto le bombe degli alleati
Il cielo e la terra, la materia e lo spirito, il mito e la storia, la provocazione e la concretezza, si intrecciano continuamente, tessendo racconti e riempiendo superfici, dando vita ad una sorta di processo alchimico, che tenta di trasformare ogni dipinto in una materia vivente. -taglio-Anselm Kiefer, considerato uno dei più grandi artisti del mondo, è nato (1945, Donaueschingen, Germania) nei sotterranei di un ospedale, sotto le bombe degli alleati. Da bambino aveva imparato a memoria centinaia di poesie, sognava di fare lo scrittore, ma in seguito, si iscrisse alla Facoltà di Legge, che presto ha abbandonato, per seguire un corso di pittura (1966). A Friburgo ha frequentato lo studio di Peter Dreher e quando si è trasferito a Karlsruhe, ha conosciuto il pittore Horst Antes, che poi, ha sempre considerato il suo primo vero maestro. Nel 1972, l’incontro con Joseph Beuys, lo porta definitivamente verso strade nuove, ancora inesplorate, e alla definizione e riconoscimento delle proprie vere passioni. Sin dal principio, Kiefer sceglie come soggetti principali del proprio lavoro l’Arte e la Storia. Narrare il passato, anche quello recente, scomodo e spesso rimosso, diventa l’interesse principale dell’Uomo e dell’Artista. Dotato di una straordinaria sensibilità, non teme di portare alla luce le più oscure vicende socio-politiche e religiose della storia contemporanea e farne i suoi principali elementi di studio e di rappresentazione. Già nel 1969, in una serie di fotografie intitolate “Simboli eroici”, stampate su lastre di piombo, si fa ritrarre con la divisiva paterna della Wehrmacht, mentre fa il saluto nazista. Un gesto provocatorio, che suscita moltissime polemiche tra gli intellettuali tedeschi, i critici d’arte, la società civile e lo fa escludere, per anni, dalla vita artistica della Germania. Ben presto, si trasferisce in Francia, dove oggi vive e lavora. Dal 1977 inizia ad esporre all’estero. La sua arte viene esaltata sia per la grande capacità tecnica, sia per i soggetti rappresentati. Diventa noto per la costante predilezione di temi che affrontano questioni dell’identità nazionale, della storia europea e della mitologia. Nella seconda metà degli anni’80, Kiefer dedica una serie di opere alle donne ebree, che hanno perso vita nei campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale. -taglio2- Non dipinge quasi mai figure umane: predilige i luoghi, i paesaggi, gli ambienti, dove le tragedie della storia si sono consumate. Gli esseri umani appaiono fagocitati dal buio, da un vortice del male, che loro stessi hanno provocato. La ricerca artistica di Anselm Kiefer spazia dalla pittura alla scultura, è materica e tattile, si basa sulle reali trasformazioni fisiche e chimiche dei medium adoperati, con l’utilizzo di fuoco e di elettrolisi. L’artista impiega materie grezze come piombo, cera, cenere, terra, sabbia, semi, fiori e le trasforma, abilmente, nelle monumentali installazioni immersive. Le sue opere, per lo più di grande formato, sono frutto di complesse sperimentazioni di varie tecniche miste e vedono l’utilizzo di xilografie, disegni, molteplici espedienti materici di estrazione povera, che abilmente si fondono e si amalgamano. Il regista Wim Wenders definisce questi dipinti – oltre ogni limite – perché non esistono confini nell’ immaginazione e nella creatività di Kiefer. L’ultima mostra personale dell’Artista tedesco, intitolata “Angeli caduti”, in svolgimento a Firenze, trova il punto di partenza nell’ imponente dipinto su tela, ispirato ad un lavoro di Luca Giordano raffigurante il combattimento tra l’Arcangelo Michele e gli angeli ribelli dell’Apocalisse. L’opera, collocata nel cortile rinascimentale del Palazzo Strozzi dialoga con l’architettura circostante: poesia e pittura si confondono in un’percorso dell’anima, sublimato nell’immagine iconica degli angeli caduti. Un altro dipinto monumentale, intitolato “Luzifer”, rappresenta la parabola tragica dell’intera umanità. “Al pittore ignoto” diventa un tributo a sé stesso e a tutti gli artisti vittime di repressione e di censura. Il misticismo, la mitologia, la letteratura europea e americana, la cabala sono fonti d’ispirazione per tutta l’arte visiva di Anselm Kiefer. L’installazione “Dipinti irradiati”, composta da una moltitudine di singole opere che inondano gli spazi, per poi, venir riflesse sulle superfici specchianti, compongono una sorta di inno alla fragilità malinconica della vita, che scandisce il tempo di ogni essere umano, come di quegli angeli, caduti dal cielo. Un uso intenso di materiali poveri dà a tutte le opere un aspetto ruvido e, nello stesso momento, straordinariamente potente. Invincibile e terragno, concreto e immediato, Kiefer fa scandire le ore della nostra Storia.