Dietro i campioni
Un format innovativo e di grande approfondimento sportivo quello ideato dal professore, presto su Sportitalia col titolo “Linea Azzurri”
Per lui la televisione è solo un passatempo. Eppure, Angelo Maietta, è l’ideatore di uno dei format più attesi della stagione televisiva in corso: “Linea Azzurri”. Il format, condotto da Romina Pierdomenico, Alice Brivio, Barbara Politi, Angela Tuccia e Fabrizia Santarelli, andrà in onda dal prossimo 2 giugno, ogni domenica alle 20, su Sportitalia. Alla vigilia della messa in onda, abbiamo incontrato il poliedrico avvocato e professore di ruolo dell'Universitas Mercatorum di Roma.-taglio- Come nasce Linea Azzurri? “Nasce da una chiacchierata che ho fatto con il Presidente del Coni Giovanni Malagò, in relazione alla possibilità di raccontare tutto lo sport a 360 gradi e non solo quello di "cartello"; ma il racconto che immaginavo e che spero di aver realizzato (al netto dei miglioramenti che sempre possono essere fatti e che, anzi auspico laddove dovessimo decidere di fare una seconda edizione) non era limitato al momento del podio o della medaglia, volevo che il campione raccontato ci dicesse da dove comincia il sogno da bambino e quale strada fosse stata percorsa e con l'aiuto di chi. Ovviamente un racconto di questo tipo non doveva diventare una mera intervista documentaristica ma volevo inserirla all'interno del contesto territoriale d'origine ed è per questo che siamo andati "a casa", intesa come territorio, del campione per capire il contesto di riferimento, le infrastrutture, i primi luoghi della passione, il laboratorio in cui si è costruito il "prodotto" campione.” In cosa differisce, questo programma, rispetto a tutti quelli sportivi già presenti nei vari palinsesti? “A me non piace fare paragoni o pararrelismi ma sicuramente un tratto distintivo di questo programma e, a mia memoria, credo sia un unicum nel panorama televisivo, è il patrocinio morale del Coni che è la massima istituzione sportiva italiana e quindi una "certificazione" di valore dell'idea unitamente ad un regalo per il quale non smetterò mai di ringraziare il Presidente Malagò ovvero la sua presenza nel programma per ogni singola puntata a raccontarci con la sua adamantina competenza e passione i valori della singola disciplina sportiva raccontata e del campione che ne è la testimonianza. Davvero un grande momento di televisione e, mi sia consentito, di servizio pubblico nonostante il programma venga trasmesso da una rete privata di grande prospettiva e serietà: SportItalia, condotta da un editore giovane, talentuoso, Michele Criscitiello, irpino come me e fortemente motivato e serio.” Come nasce, invece, l’idea di una conduzione corale tutta al femminile? “Questa è una domanda a cui tengo particolarmente. Io ho voluto dare un segnale preciso: scegliere ragazze talentuose, serie, culturalmente strutturate (basta leggerne i curricula per capire cosa intendo) e, infine, molto belle (ma è l'ultimo requisito che mi interessava) per dimostrare che esiste una piattaforma di competenza che ha bisogno solo di essere esplorata dando una occasione a chi non cerca scorciatoie bieche e discutibili ammiccando dirigenti senza scrupoli nè serietà ma vuole essere giudicata per quello che sa fare, per gli studi che ha fatto, E sono fiero delle mie scelte che rivendico con forza anche alla luce di ciò che ho visto in queste ragazze: una disponibilità, una umiltà, un essere sempre disponibili a qualsiasi ora, su qualsiasi treno, in qualsiasi condizione atmosferica e senza mai pretendere la luna nel pozzo o cifre astronomiche. Tutte mi hanno detto una cosa, tutte: “grazie per la possibilità che ci dai di essere noi stesse e di sposare questo bellissimo progetto”. Voglio anche aggiungere che in una puntata ci sarà anche un conduttore uomo, Marco Colonna, un giovane, anch'egli laureato, di grandi prospettive e competenza. Linea Azzurri racconta i campioni degli sport per così dire "minori" nel senso che non stanno sotto i riflettori ogni giorno e io l'ho fatto raccontare a campionesse e campioni in formazione (nel settore della tv) che si stanno costruendo con sacrificio e dedizione abiurando le strade della mortificazione della propria dignità. La scelta di alternarle alla conduzione è stata voluta anche da un altro elemento: evitare che il programma diventasse riconducibile ad una persona e che questa persona fosse ricordata come la conduttrice di Linea Azzurri. Il programma racconta sport, vite e terrioti diversi e quindi tutto ciò che lo identifica deve essere diverso per ogni puntata. È la mia scommessa.” Ultimamente, a livello televisivo, è stato impegnato su più fronti… “Allora, ci tengo a fare una precisazione. Io sono un professore di ruolo dell'Universitas Mercatorum di Roma ed insegno varie materie dal diritto privato al diritto dei media digitali e sono un avvocato cassazionista. La televisione è una cosa che faccio per divertimento, non per danaro, cercando di relaizzare delle idee che mi vengono. E lo faccio creando legami tra mondi eterogenei che si incontrano per il mio tramite dopo una opera certosina di valutazione: chi lavora con me deve avere cinque cose: un sogno, lealtà, tanta fame, tanta umiltà e tanta serietà. Il talento deve incontrare l'occasione. Io vengo da Atripalda, un paesino di circa 10 mila anime attraversato da un piccolo fume, il sabato, e so benissimo cosa siano la gavetta, le porte in faccia, le umiliazioni, le richieste di compromessi.... Non voglio che questo andazzo continui e desidero che queste cose che faccio siano foriere di un messaggio preciso: non è importante da dove vieni nè dove nasci e in che contesti. se ci credi, ci riesci. e se l'ho fatto io realizzando i mei sogni, lo può fare chiunque. Non contano i passi che fai nella vita o le scarpe che porti ma solo le impronte che lasci. Da tempo mi occupo del management dello spettacolo e tanti programmi recano al mia collaborazione anche in termini autorali sebbene io non li firmi perchè a me non interessa apparire ma fare. Tanti ne ho fatti e tanti molto belli come nell'ultimo anno insieme ad un produttore e regista di qualità, Carlo Fumo, lo stesso di Linea Azzurri e tanti altri ne partiranno nei prossimi mesi.” Il suo curriculum professionale è lungo è variegato: c’è qualcosa, in particolare, di cui va maggiormente fiero? “Sì, la cosa di cui vado più fiero in assoluto e che non cambierei per nulla al mondo e per la quale sono disposto a morire anche con sofferenze atroci è un esserino di 4 anni con due grandi occhi azzurri, Ludovica, mia figlia, l'amore più grande della mia vita, la vera ragione per la quale la mattina sono contento di svegliarmi ed alzarmi anche se sono a pezzi. E' un concetto di totalità che non riesco a spiegare ed anzi sto ristudiando la filosofia per poter dare forma e parola a quello che sento.”