Oltre il cinema d’autore…
Angelique Cavallari non è una semplice attrice, bensì un'artista a tutto tondo che ama esplorare sempre nuovi territori, tra arte, musica e poesia. Dal 4 maggio tornerà sul grande schermo grazie al film “Dark Matter” di Stefano Odoardi, di cui è la protagonista femminile. Una nuova grande prova attoriale per l'artista italo-francese che si conferma una delle muse del cinema d'autore. Quale occasione migliore per intervistarla per sapere qualcosa in più del suo ruolo e dei suoi nuovi progetti...-taglio- Ci parli del tuo ruolo in "Dark Matter"? Sappiamo che Elena è una donna misteriosa... «Si, non posso svelare molto ma posso dirvi che Elena sembra una carnefice, ma in realtà è anche vittima. È un personaggio che mi ha di nuovo messa molto alla prova. La sua storia la scopriamo con lo svolgersi del film, ed è sicuramente scioccante perché mette lo spettatore in una posizione di pensiero piu profondo e lo obbliga ad uscire dal giudizio banale e superficiale. Nel film entriamo anche nella sua pelle e ci permette un altro punto di vista. Questa donna nasconde dei segreti che le spezzano il cuore, dei traumi forse insormontabili. Conserva in se una parte infantile che traspare sottilmente. È una donna rotta, che ha in sé un barlume di grazia. Essendo un thriller il finale è inaspettato e da spazio a più interpretazioni. Elena rimane davvero un mistero, anche perché puo diventare altro ancora nell’immaginario. Comunque scoprirete tutto andando in sala a vedere il film». Come ti sei preparata ad entrare in questo personaggio per nulla facile? «Anche questa volta, oltre al lavoro interiore, ho fatto una trasformazione fisica che mi rende ben diversa da come sono nella vita reale. Mi sono ispirata un po' a Charlize Theron nel film “Monster”. Ho preso dei chili in piu, sono spesso estenuata in viso, anche grazie al trucco di scena. Sicuramente la bellezza fisica non è la priorità di questo personaggio e sono entrata in una dimensione davvero drammatica, ma anche un po mistica per interpretare Elena. Stefano Odoardi mi aveva dato dei riferimenti molto particolari per questo ruolo, persino il nome Elena ha la sua importanza simbolica per lui. Abbiamo lavorato insieme alla sua costruzione psicologica, l’acconciatura, fino alla scelta dei vestiti di scena. Mi sono addentrata in luoghi molto bui dell’anima dove rischiavo di perdermi ma dove ho trovato degli angoli di luce confortanti, proprio come il personaggio nel film. Ho avuto degli ottimi partner di lavoro con il quale il mio personaggio si relaziona, Thierry Toscan e il piccolo Giulio Cecchettini. Sono stata felice come ad ogni ruolo interpretato, di averle dato corpo e voce, per poi averla lasciata li dove la vedrete». Quello con il regista Stefano Odoardi è ormai un sodalizio artistico di lunga data. Ce ne parli? «Senza rendercene conto sono anni che lavoriamo insieme e su progetti sempre molto diversi l’uno dall’altro. Il cinema è bello realizzarlo con nuovi incontri e nuove sinergie, ma anche con persone che già conosci. Ogni volta è come una sorta di viaggio in una famiglia “temporanea e nomade”. Con Stefano Odoardi si è istaurata ormai una fiducia e una stima reciproca che ci permettono di lavorare insieme liberamente e serenamente». Nel cortometraggio "La Nuit", sempre firmato da Stefano Odoardi, sentiamo anche dei brani da te composti. A che punto è la tua produzione musicale? «La mia produzione musicale continua e ne sono felicissima! Ho appena ultimato un singolo con un mio nuovo collaboratore, Fabio Costa. Il brano si chiama “Trying to stay” ed è un genere contemporaneo, sognante, molto notturno, di genere trip-hop (Portishead , Massive Attack). Sono aperta alle collaborazioni e continuo anche in questo senso. “Trying to stay” lo potrete trovare su Youtube, ma anche su Spotify, Bandcamp e tutte le piattaforme di musica streaming. Anche i brani di “Collection A” saranno sulle piattaforme streaming, oltre che su Youtube. La possibilità di un concerto è già in cantiere». Cosa ci dici invece del progetto podcast che hai iniziato da qualche tempo? «Si, ho iniziato un mio progetto che si chiama “Il Podcast d’Angelique”. Leggo ad ogni episodio dei poemi che scelgo personalmente. Sono solitamente scritti da poetesse non viventi, del mondo intero che hanno dato luce e sublimato situazioni spesso inenarrabili. Del resto è questo il grande potere della poesia. Scelgo spesso poetesse pacifiste e/o militanti che non sono sempre conosciute a cui dò voce e rendo loro omaggio. Gli episodi sono postati a cadenza regolare e alternati tra il francese e l’italiano, ma alcuni poemi sono e saranno letti anche in lingua originale, in dialetti. Come al solito non mi dò troppi limiti, quindi tutto è in divenire e possibile. Li potete già trovate sul mio canale Youtube ma presto anche su Spotify». Hai dei sogni nel cassetto? «Beh per i sogni direi piuttosto che ci va un grande magazzino, piu che un cassetto! Scherzi a parte, mi piacerebbe interpretare una bella commedia e poi sarebbe stupendo essere l’eroina di un romanzo trasposto al cinema. Sto scrivendo anche un film, ma su questo non dirò nulla per ora! »