Chiedimi se sono felice
È uno degli influencer più amati del web e non solo, Andrea Pinna di anno in anno sta conquistando il pubblico italiano grazie al suo enorme sarcasmo
Lo confesso: intervistare Andrea Pinna era un desiderio che avevo da tempo. Colto, acuto, dissacrante. Con un’ironia e un’intelligenza fuori dal comune. Le persone come lui ti fanno comprendere quanto, a volte, la fragilità possa diventare un meraviglioso punto di forza. È uno che ti conquista subito, perché con lui non sai mai dove finisce la persona e inizia il personaggio, ma in fondo non importa perché è bello così. Uno che le sue followers le chiama “oche” ha capito tutto. Non dimentichiamo che le leggendarie oche del Campidoglio salvarono addirittura Roma, e lui questo lo sa benissimo. All’influencer noto per “le perle di pinna”, sardo d’origine e milanese d’adozione, avrei voluto chiedere altre mille cose. Perché davvero non ti stanchi di ascoltarlo, e pensi a quanto sarebbe “top” averlo come amico nella vita di tutti i giorni. Una decina di domande sicuramente non bastano a raccontare Andrea Pinna, ma rendono l’idea della bella persona che ho avuto la fortuna di intervistare.
Tempo fa hai dichiarato: “Sono solo un cretino con una connessione Internet e un po' di sense of humour”. La pensi ancora così o finalmente qualche merito cominci a concedertelo? -taglio- “Oggi finalmente me lo concedo, ma senza esagerare. Troppe persone di successo, direi il 95%, tendono a montarsi la testa, perdendo la cognizione della realtà. Senza polemica, io credo che a molti, ogni tanto, farebbe bene un bel bagno di umiltà.”
Riesci a ironizzare praticamente su tutto: è un’attitudine o una capacità acquisita con l’esperienza e con il tempo?
“Di base nasco autoironico. Un po’ è anche una questione genetica, secondo me: io sono figlio di una donna estremamente ironica. È una dote innata che ho affinato nel tempo, che ho imparato in anni di carriera sui social.”
Ti piacerebbe lavorare in tv?
“Più che il mezzo televisivo in sé, amo il contenuto, non ho l’aspirazione di arrivare alla tv a tutti i costi. Sono partito dal web e ci sto bene, ma non ti nascondo che lavorare in tv mi piacerebbe molto, se ciò significasse occuparmi di interviste. Ecco, quello sarebbe un sogno per me.”
Come reagisci alle critiche e agli insulti sui social? I cyberbulli vanno castigati o ignorati?
“Istintivamente ti dico che gli haters vanno puniti, sia dai followers che legalmente. Le persone devono capire che le parole hanno un peso. Tendenzialmente, io cerco di ignorarli, a volte non li leggo neppure. Non do loro attenzione, che è proprio ciò che cercano.”
Cosa ti fa arrabbiare?
“La maleducazione non la tollero. Se a volte essere ignoranti non è una colpa, essere maleducati è sempre una scelta. Si sceglie di non salutare e non ringraziare, e io questo lo trovo imperdonabile.”
Chi sono i tuoi idoli?
“Non ne ho uno solo, te ne cito un paio. Prima tra tutte Madonna, l’emblema del ‘Se vuoi, puoi’ perché pur non avendo particolari doti canore è riuscita a diventare una leggenda. E poi Meryl Streep, che nonostante il successo è rimasta una persona umile.”
Senti di dover ringraziare qualcuno?
“Io ringrazio tutti quelli che mi seguono, ma non solo per il follow o i like. Loro mi hanno instradato, mi danno suggerimenti, idee, consigli. ‘I viaggi di Pinna’ nascono proprio dall’idea di condividere del tempo con persone reali. Una persona in particolare voglio ringraziarla però: il mio ufficio stampa, che mi segue e collabora quotidianamente con me.”
Progetti professionali per il nuovo anno?
“Nel 2019 mi piacerebbe occuparmi di interviste. Poterlo fare mi permetterebbe di avvicinarmi parecchio al mio sogno, televisivamente parlando, di diventare il giusto mix tra Maurizio Costanzo e Daria Bignardi! E poi mi piacerebbe scrivere il mio primo romanzo, che in realtà è già nella mia testa. Devo solo trovare la giusta dose di coraggio.”
Quando eri bambino, cosa sognavi di fare da grande?
“Sono sempre stato un cocco di mamma. Una donna severa, ma realista, che non mi diceva ‘Sei bellissimo’, ma ‘Sei intelligentissimo’. Le sarebbe piaciuto che fossi diventato magistrato o notaio. Diciamo che mi sono adattato al suo sogno, e mi sono anche iscritto a giurisprudenza, ma più che per reale convinzione, per rendere felice lei.”
E oggi lo sai cosa vuoi fare da grande?
“Non voglio diventare grande! Seriamente, desidero evolvermi giorno per giorno, inseguire i miei sogni coi piedi per terra. Ti faccio un esempio. A vent’anni volevo fare lo stylist, però sapevo di essere più bravo a scrivere, quindi la soluzione era scrivere di moda. In sostanza, vorrei realizzare la perfetta fusione tra talento e sogni.”
C’è una domanda che non ti hanno ancora fatto?
“Nessuno mi chiede mai se sono felice. Facciamo alla Marzullo che mi faccio la domanda e mi do la risposta?”
E vuoi togliermi quest’occasione? Te lo chiedo io: sei felice, Andrea?
“Sai cosa penso? Che quando siamo felici non ce ne accorgiamo, al momento non ce ne rendiamo conto. Per cui ti rispondo: sono felice, ma non lo so!”
“Mi piacerebbe scrivere il mio primo romanzo, che in realtà è già nella mia testa. Devo solo trovare la giusta dose di coraggio”