Le parole di Mario Gelardi direttore artistico del Nuovo Teatro Sanità sul futuro del teatro e i prossimi progetti
“Il Nuovo Teatro Sanità racconta le assenze del nostro tempo, le trasfigura in sogni di bellezza, andando alla ricerca di quel teatro di domani, un teatro che non c’è ancora”. Non sono versi poetici ma la dichiarazione d’intenti di un teatro che resiste, faro nel Rione Sanità di Napoli, da nove stagioni, anzi, 8 ½… -taglio-Con i suoi eventi, laboratori, spettacoli itineranti rappresenta il cuore della vita culturale del quartiere. Mario Gelardi, direttore artistico del ntS’, racconta presente e futuro del Teatro ai lettori di albatrosmagazine. Le parole sono pietre: 8 ½ - La stagione che non c’è, denuncia il dramma dello stop forzato causa Covid che ha segnato la vita dei piccoli teatri: ci vuole coraggio… Le istituzioni vi sostengono? “Abbiamo aperto le porte a compagnie giovani che altrimenti non avrebbero trovato spazio. Abbiamo ospitato cinque giovani autori con i loro spettacoli. Sì, è un investimento rischioso, ma aprire le porte è un segno, vuol dire fare qualcosa di diverso con pochissime forze a disposizione. Per statuto, dopo dieci anni, siamo ancora una Chiesa e questo per la burocrazia è un problema. Significa non ricevere nessun bonus, nessun fondo, né convenzioni. Ci hanno sempre aiutato solo il Campania Teatro Festival a Alfredo Balsamo, direttore del Teatro Pubblico Campano.” Il ntS’ è un “teatro di comunità”: il teatro da te diretto offre una grande possibilità di crescita e confronto per giovani drammaturghi… “Sì, quattro i giovani gruppi che saranno ospitati per sei giorni e che debutteranno sul palcoscenico di ntS’: il 14, 15 e 16 gennaio apre Seasons di Orlando Napolitano, diretto da Marcello Manzella; il 4, 5 e 6 febbraio si prosegue con Settantuno con Nello Provenzano per la regia di Riccardo Pisani; dall’11 al 13 febbraio sarà la volta di Megastark, di Luigi Leone, regia di Andrea Cioffi; si chiude il 25, 26 e 27 febbraio con Meridiani scritto da Carlo Galiero, per la regia di Chiarastella Sorrentino. Dico con orgoglio che quest’anno abbiamo avuto come autore ospite Francesco Niccolini, al Dramma Lab, il laboratorio di drammaturgia, un maestro di impegno civile che ha curato un lavoro specifico nella stesura finale dei testi degli allievi. Se il teatro napoletano ha una tradizione è di certo quella drammaturgica e occorre avere riferimenti, anche i giovani che escono dal nostro laboratorio.” Il ntS’ porta i suoi spettatori fuori dal teatro, tra le strade del quartiere Sanità, per vivere l’esperienza di spettacoli itineranti, nell’ottica del “teatro di comunità” … “Abbiamo proposto spettacoli itineranti che hanno rappresentato una scoperta per i napoletani che hanno conosciuto luoghi non tanto turistici, con la serenità di essere accompagnati. L’ottica è quella di abbattere la quarta parete, di convincere la gente che ha una barriera mentale e pensa di non avere bisogno del teatro: glielo portiamo noi!”-taglio2- Quanto è ancor più difficile proporre un teatro di impegno oggi che spirano brutti venti di razzismo, omofobia, intolleranza? “In questo momento dobbiamo prenderci tutti la nostra responsabilità, anche gli artisti in qualità di cittadini. Noi da sempre ci siamo dichiarati antirazzisti, antifascisti: queste sono leggi artistiche scritte nel nostro dna”. Grande successo ha riscosso il progetto R-Evolution, che ntS’ ha realizzato – sia in presenza che online – nel periodo di chiusura dei teatri: lo riprenderete? “R-Evolution è un progetto che ha coinvolto creativi under 35 del Sud del Mondo in un’esperienza formativa e di confronto interculturale. I giovani che vi hanno preso parte sono in giro per l’Italia e da gennaio saranno in diverse città dell’America Latina. R-Evolution project proseguirà fino a giugno 2022 grazie al bando del MIC Boarding pass plus, vinto dal Nuovo Teatro Sanità e dalla rete R-Ev.” Cosa pensa del teatro in streaming? “Non mi piace. Se dobbiamo farlo, come è capitato nel periodo di lockdown, allora dobbiamo cambiare linguaggio, una lingua che non è quella del teatro. In quei mesi di chiusura ho riscoperto i radiodrammi che mostrano il potere della parola pura. Ne abbiamo prodotti alcuni che si ascoltano in cinque minuti nell’i-Phone.” “La drammaturgia della realtà” è il titolo di un incontro che ha tenuto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo federiciano. Spesso si confonde l’attualità con la cronaca… “Racconto la drammaturgia del presente. La realtà influenza il lavoro del drammaturgo, il cui ruolo è quello di ‘trasfigurare' i fatti reali alla ricerca dell'universalità del messaggio. Non mi stanco di ripetere che noi autori, drammaturghi, non siamo giornalisti, scrittori, documentaristi. Non dobbiamo fare cronaca ma usare la forza del teatro.” “Le lettere d’amore”, “Nel ventre di Napoli”, le “Biografie di artisti sconosciuti”, il “Tur de Vasc’” di Carlo Geltrude, sono alcuni degli ultimi progetti di successo che avete messo in scena… Li riprenderete? “Vorremmo tornare a proporli, così come “Do not disturb. Il teatro si fa in albergo”, il format che ho ideato con Claudio Finelli per avvicinare ancora di più il pubblico agli attori e alle storie coinvolgendolo in un un’esperienza unica che va ben oltre l’abbattimento della quarta parete.”