Il fascino della Roma imperiale raccontato attraverso un percorso fatto di profumi e pietre preziose
Annick Le Guérer, antropologa, filosofa, storica e scrittrice (dell’olfatto e del profumo), è l'autrice di “Le vie delle pietre preziose e dei profumi”, un libro dedicato interamente alla competenza olfattiva di BULGARI e ai suoi legami intrinseci con i più preziosi "gioielli della natura". Le abbiamo rivolto alcune domande su questa singolare opera che esplora i confini intimi che collegano Roma, le gemme e l’ambito dei profumi.
Quali erano nell’Antichità le vie che permettevano di far giungere a Roma pietre preziose e prodotti aromatici?
“La Roma dell'età imperiale è particolarmente desiderosa di profumi, tessuti raffinati, avori e pietre preziose di ogni tipo. Questi prodotti costosi giungono per il tramite delle carovane e delle rotte marittime. Tra le vie carovaniere, vi sono quelle che, dal cuore della Cina, conducono a Trebisonda, sul Mar Nero, a Tiro e Antiochia, sul Mediterraneo, o quelle che risalgono attraverso la penisola dell’Araba Felice per raggiungere Gaza o Alessandria. Ma la via di gran lunga più famosa è, senza dubbio, la ‘via della seta’. In realtà, non ve n'è una sola, ma diverse vie. La più grande di queste parte dalla città di Luoyang, nella provincia di Henan, sul fiume Giallo. Si dirige a ovest della città di Changan per arrivare a Lanzhou, la capitale della provincia di Gansu, nel nord-ovest della Cina. A questo punto, si divide in due parti: il ramo settentrionale si dirige verso Sogdiana, nell'odierno Uzbekistan, attraversa Tashkent e termina a Samarcanda, città fondata da un popolo scita nel VII secolo a.C.. -taglio-Da Samarcanda vi sono due percorsi per le carovane: il primo costeggia il Mar Caspio da nord, e termina sulle rive del Mar Nero, a Trebisonda; l'altro alla foce del Volga. Il secondo, passando a sud del Mar Caspio, sfocia in Persia e, attraversando Teheran e poi Hamadan, si dirige verso il Mediterraneo da Palmira per raggiungere Antiochia, Tiro e Gaza. Il ramo meridionale parte da Lanzhou in direzione del Tibet, raggiunge Lhasa e poi va in India dove attraversa Patna e Mathura prima di tornare in Afghanistan e Kabul per raggiungere infine la Persia. Su questo ramo meridionale sono innestati diversi itinerari che scendono verso il Golfo del Bengala, il Golfo di Cambay e il Delta dell'Indo. Detti percorsi sono molto importanti anche perché servono i porti indiani, e si rivelano essenziali per il commercio marittimo che la Roma imperiale svilupperà con l'Asia orientale. Ma la grande novità è il considerevole sviluppo del commercio marittimo in India dai porti egiziani del Mar Rosso. Circa venti navi al tempo di Cleopatra; più di centoventi navi l’anno dai porti indiani al tempo di Augusto! Dopo la battaglia di Azio, che vide la sconfitta di Antonio e Cleopatra, Ottaviano conquistò Alessandria, nel 30 a.C. e ridusse l'Egitto al rango di provincia romana. Il fondatore dell'Impero ha, allora, sul Mar Rosso un lungomare da cui la Roma imperiale sarà in grado di sviluppare importanti relazioni commerciali con l'Africa, il sud della penisola araba e l'India (che beneficia a sua volta di scambi continui con la Cina e riesporta i prodotti).”
Quali pietre preziose e quali essenze aromatiche erano apprezzate dai Romani?
“Certamente il diamante, re delle gemme, simbolo di purezza. Si è imposto per la sua brillantezza, trasparenza e infinita iridescenza grazie alla rifrazione della luce. Ma il suo potere di attrazione per gli antichi è anche dovuto alla sua struttura molto particolare. Dai suoi punti acuti, le sue sfaccettature piatte, i suoi bordi diritti e affilati emerge un'ovvia armonia. La pietra più dura dopo il diamante era il rubino, a quel tempo attribuito ad Imperatori e ai Re. Il suo colore associato al sangue e al fuoco è simbolo di coraggio, forza e autorità. Reputato incombustibile, ma in grado di sciogliere la cera quando è usato per sigillare, ha anche la proprietà di oscurarsi quando un pericolo si aggira attorno a chi la porta. Un vantaggio, non insignificante, in tempi in cui i sovrani spesso periscono sotto i colpi degli assassini.”
Quali sono gli usi che la Roma imperiale ha fatto delle pietre preziose e dei profumi?
“A Roma, durante il periodo imperiale, si trovano i profumi nei rituali sacri e negli usi terapeutici. Nerone, ad esempio, dopo le sue notti d'orgia, usava l'incenso per rimuovere -taglio2-le contusioni. Gli usi profani raggiungono il parossismo. I soffitti della sala da pranzo della Casa Aurea di Nerone sono costituiti da lamelle traforate che, permettono di versare delle essenze profumate sugli ospiti. Risulta che, anche, delle colombe con le ali unte di profumi venivano rilasciate nella stanza per profumare l'atmosfera.”
Ci parli della Nuova Roma: Bisanzio...
“Verso la fine del terzo secolo della nostra era, l'imperatore Costantino decide di riposizionare l'impero a Oriente. Nel 324, intraprese sul Bosforo la costruzione di una nuova città, sul sito dell'antica Bisanzio. Sarà Costantinopoli, la nuova capitale dell'impero. I viaggiatori stranieri sono colpiti dalla ricchezza che regna nella capitale dell'impero bizantino. Si meravigliano davanti al trono imperiale o alla loggia da cui l'imperatore assiste alla messa, completamente tempestato di perle e rubini, come pure davanti alla ricchezza dei costumi di corte ricamati con oro e gemme scintillanti.”
L’imperatrice Teodora, ha avuto un ruolo determinante...
“Sì, icona dello splendore bizantino, l'imperatrice Teodora indossa il manto imperiale, ornato da un collare tempestato di pietre preziose e indossa una corona ricoperta di perle che scendono a cascata su entrambi i lati del viso. Figlia di un domatore di orsi e di una madre attrice e danzatrice, apprende, in età molto giovane, a danzare, addestrare animali e persino esibirsi come danzatrice di nudo prima di diventare, a sedici anni, l’amante di un alto funzionario. Ha ventidue anni quando incontra Giustiniano, nipote dell'imperatore regnante, che si innamora follemente di lei, la sposa e ne fa un'imperatrice, quando sale sul trono nel 527. La sua azione non si limita a influenzare il lavoro di codificazione di suo marito ispirando misure per proteggere le donne dai mariti violenti e migliorare lo status delle vedove, agisce anche a favore di attrici, prostitute, lotta contro gli sfruttatori e fonda una casa per ospitare le peccatrici pentite.”
Lei è la referente in termini di olfatto, di odori e del profumo: cosa può dirci dei profumi legati alla religione e, più specificamente quelli legati alla natività? Quali sono gli antichi aromi che possiamo ancora offrire oggi?
“Gli antichi odori legati alla religione sono l'incenso e la mirra, presenti in tutte le religioni. Bruciando queste gommoresine stabilivano, attraverso il fumo, un legame aromatico verticale tra gli uomini e gli déi. Entrambi sono ancora presenti nelle chiese cristiane e ortodosse. Inoltre, l'incenso e la mirra sono anche molto legati alla natività, non dimentichiamo infatti, che insieme all’oro sono stati offerti dai tre Re Magi al bambino Gesù.