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A un anno dall’inizio pandemia

di Alfredo Salucci

Numero 218 - Marzo 2021

Una guerra, che ormai dura da tempo, un vero disastro sotto ogni aspetto a cominciare da quello sanitario


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 È trascorso un anno dall’inizio della pandemia e stiamo ancora combattendo contro il Covid-19. E come in una guerra, che ormai dura da tempo, si cominciano anche a fare i primi bilanci. Questa pandemia purtroppo è stata e resta un vero disastro sotto ogni aspetto a cominciare da quello sanitario. -taglio-A livello mondiale, a tutt’oggi, secondo i dati dell’OMS, il numero dei decessi si avvicina ai 3 milioni, mentre i casi di positività al Covid-19 sono oltre 111 milioni. In Italia, secondo i dati del Ministero della Salute, costantemente aggiornati, al momento, si registrano oltre 95.000 decessi, mentre il numero dei casi di positività al Covid-19 osservati dall’inizio pandemia è circa 3 milioni e i guariti superano i 2 milioni. Al momento, nonostante il miglioramento della situazione ospedaliera e delle le cure mediche rispetto ai primi mesi di pandemia il numero dei morti resta ancora alto. 

La pandemia, però, ha complicato, in alcuni casi in modo drammatico, anche la cura di altre malattie. Infatti, la conversione di interi reparti, a volte di interi ospedali, in strutture Covid-19, e l’utilizzo di medici e personale infermieristico provenienti da altri reparti per fronteggiare la pandemia ha intralciato la cura di patologie anche gravi, come quelle oncologiche. Ci sono stati, così, momenti delicati per molti pazienti non Covid-19, soprattutto all’inizio della pandemia. Tanti malati hanno avuto difficoltà sia a praticare le indagini richieste sia, successivamente, a intraprendere la cura. Infatti le varie e necessarie misure anti Covid-19 adottate, come l’obbligo di effettuare un tampone per il Covid-19 prima di ogni ricovero o accesso ospedaliero per indagini e cure, o l’impossibilità, in determinati periodi, di spostarsi tra paesi e regioni, hanno reso più complesso l’accesso alle strutture sanitarie. Anche per chi si è trovato in una situazione di emergenza, come il paziente infartuato, il ricovero in unità coronarica non sempre è stato agevole, come avveniva prima della pandemia.
Anche i medici di medicina generale si sono trovati in difficoltà, soprattutto all’inizio della pandemia quando non erano ancora in funzione le strutture di supporto ai medici di famiglia,-taglio2- ai pediatri e ai medici di guardia medica come le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziali), istituite con decreto legge il 9 marzo 2020. Queste Unità sono risultate fondamentali per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. I medici delle USCA, in effetti, affiancano il medico di medicina generale e il pediatra; e su loro richiesta si recano a casa del paziente risultato positivo al Covid-19 o a casa della persona che presenta i sintomi del Covid-19. Le USCA dopo aver valutano lo stato di salute del paziente ne effettuano il monitoraggio dandone comunicazione al medico di famiglia o al pediatra e al Servizio Igiene Pubblica.
Indubbiamente, molti sono stati i progressi sia per quanto riguarda la possibilità di ricovero ospedaliero in strutture sub-intensive o intensive, sia per quanto riguarda le cure al malato affetto da Covid-19. In ogni caso, la risorsa primaria resta senza dubbio la vaccinazione. Vaccinare un numero di persone tale da raggiungere il prima possibile l’immunità di gregge potrebbe essere la soluzione della pandemia. Ma è sorto un altro problema: le cosiddette varianti del Covid-19. Al momento si conoscono cinque varianti: inglese, sudafricana, brasiliana, nigeriana e scozzese. Le varianti del Covid-19 non sembrano presentare sintomi diversi o più gravi. La variante inglese pare interessare anche i bambini. Per quanto riguarda i vaccini si ritiene che quelli attualmente utilizzati siano efficaci anche sulla variante inglese, mentre per le altre varianti ci sono, al momento, meno certezze sulla loro efficacia. Per tutte queste problematiche non ancora risolte è opportuno continuare a rispettare scrupolosamente tutte le raccomandazioni anti Covid-19.





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